domenica 18 dicembre 2016

Non sono credente ma mi è sempre piaciuto il Natale.
E’ una festa di pace.
Non è certo un caso che sia la festa di un bimbo che nasce.
     E’ la speranza nel nuovo, di un mondo migliore.
Ricordo da bambino quando  si riuniva tutta la famiglia, e per giorni e giorni si preparava questo momento.
Ognuno  ci metteva del suo per preparare i  piatti della tradizione.
Anche i più piccoli collaboravano, aiutavano le nonne a preparare i dolci e intanto i nonni raccontavano di altri natali, di quando c’era la guerra e non si aveva da mangiare, di quando i regali per i bambini erano sacchetti di carta con dentro mandarini e frutta secca.
E poi ci si scambiavano i regali: era il momento più bello.
Non solo per chi li riceveva, ma soprattutto per chi donava.
Ecco cos’è il Natale, dunque, o perlomeno cosa dovrebbe essere: dono e condivisione.
Sento già chi mi dice: “Ecco  il solito sognatore. Non vedi in che mondo viviamo? 
Che senso può avere oggi tutto questo?”
Ma allora ha senso  vivere su una sequoia per 738 giorni  per impedire che venga tagliata, ha senso costruire ospedali in una zona di guerra,  ha senso perlustrare il mare in cerca di barconi stracolmi di profughi?
Abbiamo il diritto di credere che sia possibile un cambiamento e abbiamo il dovere di contribuirvi con le nostre azioni.
Quindi l’augurio che voglio fare a tutti è di continuare ad inseguire i vostri sogni, con consapevolezza e condividendoli con chi vi è caro.

Il vostro
Maresciallo Uccellatore





 E ora, per non perdere le buone abitudini, vi consiglio una ricetta semplice, buona anche per il pranzo di Natale.

Lasagne al ragù di lenticchie

Per cominciare prepariamo il ragù:
Facciamo soffriggere  una  cipolla, uno spicchio d’aglio, due carote e due gambi di sedano in olio extravergine, il tutto tritato fine. Quindi aggiungiamo 200 gr. di lenticchie rosse decorticate ben  lavate (non occorre tenerle a bagno),  250 gr. di passata di pomodoro, sale e pepe. Bisogna far cuocere per un’ora abbondante a fuoco basso, aggiungendo un po’ di acqua quando serve.





Nel frattempo prepariamo le lasagne con 300 gr. di farina di grano duro e acqua tiepida, impastando bene  fino a formare una palla che lasciamo riposare per una mezz’ora in luogo fresco coperta da un tovagliolo.
Poi con l’apposita macchinetta prepariamo le sfoglie. I più bravi potranno usare il mattarello, i più pigri comprare le sfoglie già pronte.
Si cuoce la pasta in acqua salata (2 minuti)  e si mettono ad asciugare le sfoglie  su uno strofinaccio pulito.
E ora prepariamo la besciamella:  stemperiamo 3-4 cucchiai di farina in due cucchiai di olio, poi aggiungiamo ½ litro di latte di soia non zuccherato e portiamo a ebollizione, sempre mescolando, proseguendo poi la cottura per 2-3 minuti.
Aggiungiamo un po’ di sale  e noce  moscata.
A questo punto possiamo preparare le lasagne, alternando a strati pasta, ragù e besciamella. Mettiamo in forno 180° e facciamo cuocere per una mezz’ora.
(dosi per 4-6 persone)

Buon appetito e Buone Feste





domenica 23 ottobre 2016


Dimmi con chi mangi…



Care amiche e cari amici del Circolo Quarto Stato,
voi mi conoscete  come il “Maresciallo” e forse sapete  che vengo da un piccolo paese del sud, arroccato sulle montagne, neanche duecento  anime tra uomini e capre.
Lì sono cresciuto in mezzo a gente di poche parole, ma di carattere deciso e fiero.
I miei genitori erano poveri ma onesti e  mi hanno insegnato che quel che conta è esser  giusti, rispettosi, ma soprattutto sinceri.
Poi sono approdato in questa terra lombarda, non molto accogliente ed anche un po’ triste direi,  con le sue nebbie e la gente sempre di corsa che a malapena ti saluta.
Con il mio lavoro ne ho viste tante, di belle ma soprattutto di brutte.
La prepotenza, l’ignoranza, la crudeltà e dall’altra parte le ingiustizie e la disperazione. 
Il male di vivere, insomma.
Come sopravvivere in un mondo come questo, mi sono detto?
Allora ho iniziato a guardarmi intorno, ed ho visto boschi, fiumi, montagne.
Ho cominciato a camminare e  camminando ho scoperto che esiste un altro mondo, una natura che ti accoglie con i suoi profumi e i suoi colori, con la sua vita, che ti fa sentire finalmente come fossi a casa tua.
Ho imparato ad amare questa terra, ad amare e rispettare gli altri esseri viventi, siano essi fiori,  animali, donne e uomini.
E’ questo il mondo dove voglio vivere.
Un mondo dove predominano la pace  e l’armonia.
Ho imparato che è importante il modo di stare in questo mondo; che le azioni di tutti i giorni sono importanti.
Come viviamo e come ci poniamo nei confronti di ciò che ci circonda fa la differenza.
E guardandomi intorno ho scoperto che intorno a me vivono tante belle persone, donne e uomini pieni di vita, di umanità, di sensibilità.
Proprio come voi, qui stasera, amiche e amici del Quarto Stato, che avete voluto adottarmi, con le mie idee un po’ balzane, che avete voluto dare un risalto, per me del tutto inaspettato, ai miei semplici pensieri di uomo di pace.
Sono onorato per aver condiviso con voi,  e spero di continuare a farlo, un pezzo del mio sentiero. Il sentiero che porta alla consapevolezza, alla pace e, col tempo, alla felicità.

Ancora grazie.
Il vostro
Maresciallo Uccellatore







domenica 4 settembre 2016

Al ritorno dalle vacanze – Ricette di vita


L’andare in vacanza, più che una lieta consuetudine ( per chi se lo può permettere), dovrebbe essere  un vero “stacco”. Dovrebbe servire per prendersi una pausa dalla quotidianità, dai nostri mille problemi, veri o immaginari e guardarsi e guardare le cose da un’altra prospettiva.
Per questo nelle mie vacanze mi metto in cammino, solo o con altri compagni.
Mi serve per recuperare il contatto con me stesso; sentire il movimento del corpo che cammina, lo sforzo e la fatica, serve a ricordarci che siamo vivi, che abbiamo una forza dentro di noi, che magari si è un po’ assopita, ma può fare grandi cose se abbinata alla volontà. E la volontà è importante quando si cammina. Non per niente si dice che non si cammina con le gambe, ma con “la testa”.
E camminando osserviamo luoghi, paesaggi, persone. Lo sguardo si sofferma e diventiamo parte di ciò che ci circonda, riusciamo finalmente ad uscire da noi stessi.
Chi cammina, specialmente nella natura, conosce bene queste sensazioni, che ci fanno sentire finalmente “a casa”, in pace con noi stessi e parte di un tutto.
Se poi condividiamo il nostro cammino con dei compagni, questo ci arricchisce perché abbiamo sempre da imparare dagli altri.
Condividere un cammino vuol dire scambiarsi esperienze di vita, dare e ricevere.
E mentre camminiamo, spesso con fatica, ci troviamo sicuramente ben disposti, spogliati dai nostri falsi vestiti:  dimostriamo quello che veramente siamo.
E i rapporti con gli altri sono più autentici, e quindi più ricchi.





E ora che abbiamo ricaricato le pile, è venuto il momento di ricominciare.
Ricordandoci una cosa importante: le nostre azioni quotidiane fanno la differenza.
Per questo voglio lasciarvi con la frase di una donna eccezionale, che ha dimostrato nella sua vita un enorme coraggio.

“Mettetevi in gioco. Credete nei vostri sogni e nel vostro potere di cambiare il mondo. Non permettete che la paura vi fermi, confidate nel vostro intuito.
Siate tanto grandi quanto riuscite ad esserlo, ma rimanete al contempo umili.”
Julia Butterfly Hill

Se poi qualcuno vorrà portare un contributo, raccontando le sensazioni, le aspettative e ciò che ha portato dalle sue vacanze, sicuramente sarà ben accetto su questo blog.

E visto che siamo giunti all’ora dell’aperitivo, ecco un suggerimento per una fresca ricetta di fine estate.

BABAGANOUSH del MARESCIALLO
(ricetta per 4-6 persone)

La mia personale versione di questa antichissima ricetta mediorientale. La preparazione orginale prevede l'utilizzo della salsa Tahin, una crema a base di sesamo dal sapore molto deciso e particolare. Aggiungetene mezzo cucchiaio, se volete dare alla ricetta un sapore più esotico!

INGREDIENTI
   2 grosse melanzane                                    
1 spicchio d’aglio
1 cipolla
7-8 pomodorini ben maturi
2-3 foglie di basilico e di menta
2 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di aceto balsamico
    Sale marino integrale q.b

PREPARAZIONE
In forno già caldo (180°), cuocere le melanzane intere con la buccia, facendo un taglio laterale perché non ‘scoppino’.
Quando sono diventate tenere e ben cotte, togliere la buccia e schiacciare bene la polpa con una forchetta. Aggiungere aglio e cipolla ben tritati, i pomodorini tagliati a pezzetti piccoli, olio, aceto e sale. Quindi le erbe aromatiche tritate molto fini.
Mettere in frigorifero la salsa per almeno qualche ora prima di servire.

Buon appetito
Il vostro

Maresciallo Uccellatore

giovedì 21 luglio 2016

Andar per monti

Sono nato al mare che amo per la sua misteriosa immensità.
Poi un giorno ho incontrato una donna che mi ha preso per mano e mi ha fatto conoscere la montagna.
Camminando per monti e valli, giunti sulla cima o su un passo, dove lo sguardo
 si perde fra mille orizzonti, ho capito cosa vuol dire sentirsi  in pace.






Nelle mie passeggiate estive, amo raccogliere i frutti che la natura ci regala, così buoni e ricchi di proprietà salutari, come i mirtilli.





E ora voglio darvi una ricetta semplice, semplice, come mia abitudine: una squisita focaccia ai mirtilli.

FOCACCIA AI MIRTILLI

Sciolgo in mezzo bicchiere d’acqua tiepida un cubetto di lievito di birra (circa 25 gr.),
aggiungo 100 gr. di farina (di grano tenero tipo 1) e dopo averla ben stemperata lascio riposare per una mezz’ora.

Poi aggiungo 60 gr. di olio di semi di girasole, un vasetto di yogurt di soia bianco , 60 gr. di zucchero mascobado, 200 gr. di farina tipo 1 e infine 100 gr. di mirtilli.

Lascio lievitare per circa due ore, poi metto la focaccia nel forno (180°) per 40 minuti, dopo aver cosparso la superficie con una spolverata di zucchero.


Buon appetito dal vostro

Maresciallo Uccellatore

martedì 24 maggio 2016

Le cose più belle sono le cose semplici.

Questo vale anche per il cibo.
Da ingredienti semplici ed economici possiamo preparare cibi ricchissimi di sostanze nutritive.
Un esempio: i germogli
Prendiamo dei semplici semi  (di cereali, legumi o altri vegetali)  e in pochi giorni avremo dei bellissimi germogli,  ricchissimi  di sostanze benefiche .
Variando il tipo di semi avremo sapori sempre diversi, potremo inventare  insalate dai mille colori 
e dai mille sapori: metteremo nel nostro piatto vitalità e allegria.









E allora vediamo come si preparano:


PREPARAZIONE CASALINGA DEI GERMOGLI
Per prima cosa occorre procurarsi i semi prescelti, preferibilmente biologici.
I più usati sono:
LEGUMI: azuki rossi, verdi, ecc.; fagioli, lenticchie, ceci, piselli, arachidi;
CEREALI: riso, grano, orzo, farro, ecc.;
ALTRI: alfa-alfa, trifoglio, ravanello, aglio, broccolo, mandorle, lino, senape, girasole, crescione, fieno greco.
[Attenzione: evitare i semi delle solanacee (es. patata, pomodoro) perché contengono sostanze tossiche]
Se non si dispone dell’apposito germogliatore,  si possono utilizzare contenitori di ceramica, vetro o anche un semplice piatto.
I semi vanno lasciati a bagno in acqua per 6 – 8 ore (o per tutta la notte). Quindi, dopo averli ben sciacquati, si ripongono sul piatto (o altro contenitore) coperto da un tovagliolo di tela bagnato e ben strizzato (o una carta assorbente o del cotone) e si ricoprono con un altro piatto o con un telo (per ripararli dalla luce). Due o tre volte al giorno occorre risciacquare i semi e poi riporli nuovamente coperti come sopra indicato.
Si ripete il procedimento per 3-5 giorni, a seconda dei semi scelti, finché i germogli avranno raggiunto una lunghezza di 3-4 centimetri, dopodiché possono essere esposti per qualche tempo alla luce, per far sì che si arricchiscano della preziosa clorofilla (circa 7-8 ore alla luce indiretta, meno se al sole, per evitare che si dissecchino). I tempi di germinazione possono variare al variare della temperatura, oltre che dipendere dal tipo di seme scelto.
Quando i germogli sono pronti, sciacquarli e scolarli e per bene, quindi riporli in un vaso di vetro con coperchio. Se tenuti al fresco, si conservano per alcuni giorni.

E ora cosa ne facciamo?
Una volta pronti, i germogli si possono mangiare crudi  in insalata conditi con un po' d'olio e sale, oppure uniti a verdura o frutta, salse di vario tipo, o ancora uniti allo yogurt, alle minestre di verdura o alle zuppe (cuocerli per breve tempo per evitare di perdere tutte le sostanze nutritive contenute), come condimento di pasta e riso.

Provateci e vi stupirete!

Maresciallo Uccellatore 

lunedì 21 marzo 2016

E’ arrivata la primavera

Come vegano mi sento parte della natura che mi circonda. Per questo quando arriva la primavera mi sento coinvolgere in questa frenetica rinascita. Vedo gli
alberi, i primi fiori, i merli che cantano. Tutto si sveglia e rinasce. Questa è per me la stagione più bella. Amo passeggiare nei campi, respirare l’aria frizzante e sentirne il dolce profumo. Durante le mie passeggiate ne approfitto per raccogliere i frutti di questa meravigliosa terra. E allora raccogliamo un’abbondante manciata di foglie di tarassaco e prepariamoci una squisita farinata con la ricetta che segue.

FARINATA DI TARASSACO    

Metto in una terrina 200 gr. di farina di ceci e aggiungo 400 gr. di acqua tiepida, un pizzico di sale e un cucchiaio d’olio.
Dopo aver ben  mescolato copro con un piatto e lascio riposare la pastella per qualche ora.
Lavo bene le foglie di tarassaco e le trito abbastanza finemente. Dopo qualche ora riprendo la pastella e tolgo la schiuma che si è formata, aggiungo le foglie tritate e una macinata di pepe nero. Quindi prendo una teglia bassa e abbastanza larga e, dopo averla oliata o coperta con carta da forno, verso la pastella e metto a cuocere in forno per una ventina di minuti.
La farinata  è buona  sia calda che fredda, accompagnata da una tenera insalatina primaverile.
Buon appetito.



 Risultati immagini per tarassaco



Il tarassaco (o dente di leone o piscialetto ), è una pianta erbacea  depurativa e disintossicante, ottima per le “pulizie di primavera” del nostro organismo, soprattutto per fegato e  reni.  
Vanno raccolte le foglie ancora tenere, prima della fioritura;  sono ottime anche crude in insalata.
I fiori gialli, che tutti conosciamo, sono invece ottimi per preparare squisite marmellate.
Anche le radici fatte seccare vengono usate per preparare  decotti purificanti.

E allora, buona passeggiata e buona raccolta. 

Maresciallo Uccellatore



La tristezza di mangiare carne

Quante volte mi sono sentito  dire: “Che tristezza voi vegani. Rinunciate a saporiti piatti per cibarvi di insipida erba”.
Poi scopri che spesso costoro mangiano per abitudine sempre le stesse cose, senza un minimo di consapevolezza sulle proprietà dei cibi che introducono nel loro corpo (e le conseguenze che ne derivano) , e tantomeno sulla loro provenienza.
Si documentassero un po’ sugli allevamenti di mucche, di polli, tacchini, ecc. , su come vengono alimentati questi animali con indubbi mangimi, ormoni e farmaci vari. E su come “vivono” in questi lager,  dove vengono costretti, per soddisfare il nostro fabbisogno sempre maggiore di carne, uova e latticini.

Non c’è niente di più triste di un’alimentazione basata sullo sfruttamento e l’uccisione di altri esseri viventi.
Coltivare la gentilezza e la consapevolezza migliora la nostra salute fisica e mentale.
Cercare di vivere in armonia con ciò che ci circonda può dare un senso ed una positività  alla nostra esistenza.


Maresciallo Uccellatore

venerdì 19 febbraio 2016


Perché sono vegano


“L’urlo di sofferenza che si leva da ogni dove è tanto greve ed assordante  da avermi imposto, anche se forse in ciechi tentativi, la ricerca di una via capace di condurmi alla salvezza in questa vita e su questa terra.
E proprio a partire da questa mia egoistica necessità di sopravvivenza, ho scoperto dapprima che la mia salvezza non può essere indipendente dalla salvezza degli altri esseri umani e poi, che non  può essere altro neppure rispetto alla salvezza della natura e dell’intero mondo che mi ospita.”
G.L.

Anch’io, come molti, di fronte a questo mondo sempre più alla deriva, dove predominano ingiustizia, violenza, prepotenza e ignoranza, il tutto nell’indifferenza dei più, mi sono detto: questo non è il mio mondo, la nostra civiltà non ha il diritto di chiamarsi tale, così come l’essere “umano” è ormai parola vuota, l’umanità si è persa dietro la ricerca di un benessere materiale inutile ed effimero. L’uomo, l’animale più “dotato”, con una intelligenza superiore ad ogni altro animale, si sta dimostrando, nelle sue azioni, il peggiore essere vivente su questa terra.
Allora mi sono chiesto: “è possibile uscire da questa spirale, può l’uomo diventare veramente essere umano”?
Da povero Maresciallo quale sono, so che la mia esistenza è ben piccola cosa di fronte a  questi grandi problemi. 
Ma mi sono ricordato che da piccolo mia madre mi mostrava i fiori nei prati e mi diceva di stare attento a non calpestarli e di non raccoglierli, perché hanno una vita breve e precaria, ma hanno il diritto di viverla pienamente. Sono vissuto insieme a cani e gatti che hanno sempre fatto parte della famiglia. Certo non parlavano, ma si facevano capire. E io potevo parlare con loro e mi consolavano nei momenti tristi.
E poi, mia madre, spesso mi diceva di guardare il cielo, nella sua immensa bellezza, “così puoi capire che pur essendo un esserino piccolo e indifeso fai parte di un grande universo”.
La stessa sensazione che, ormai adulto,   provavo tutte le volte che giungevo in cima ad una montagna. Non ero più io, ma diventavo parte di un tutto, e finalmente mi sentivo in pace con me stesso e con il mondo.
E allora ho capito. Sta in noi la differenza che può cambiare il mondo, nel nostro agire quotidiano, nella consapevolezza delle nostre azioni.
La nostra felicità ed anche la nostra sopravvivenza non possono essere disgiunte da quelle di tutti gli esseri viventi; la nostra piccola esistenza è profondamente legata a tutto ciò che ci circonda. Se manchiamo di rispetto alla natura, agli animali, agli altri esseri umani, manchiamo di rispetto e danneggiamo noi stessi.
Questa consapevolezza ci porta in modo naturale a modificare le nostre scelte e il nostro stile di vita.
Per questo sono vegano.
Mangiare rappresenta il gesto più incisivo per la salvaguardia dell’ambiente e  delle sue risorse.
Ha a che fare con il tipo di società, con i rapporti che costruiamo, con la democrazia e la giustizia. Modificare il proprio modo di mangiare, fare la scelta di un’alimentazione vegana  è un passo importante nella giusta direzione.
Serve al mondo e quindi direttamente ed essenzialmente a noi stessi.   


Maresciallo Uccellatore

giovedì 21 gennaio 2016

Cucina povera







GARUSLI e BOURGOLETTI                          
(ricetta per 4-6 persone)
                                              
Sono siciliano a amo il mare che mi ha visto nascere! Negli ultimi anni, tuttavia, devo ammettere di aver cominciato ad apprezzare anche la montagna, soprattutto d'estate. Nei mesi più caldi, non disdegno una bella passeggiata per le valli del Monte Rosa e fu proprio durante una di queste escursioni che feci una scoperta culinaria sensazionale.
Mi trovavo in Val Mastallone, sulle tracce di un sentiero poco conosciuto e ancor meno usato che, così avevo letto da qualche parte, conduceva ad una sperduta e suggestiva cappella in mezzo ai boschi. Passando nei pressi di un piccolissimo abitato, incrociai una vecchina, piccola piccola ma con un sorriso luminoso, largo e benevolo. Era tutta presa a raccoglier qualcosa, "erba" pensai io, "per la minestra" disse lei.
 Mi fermai a chiacchierare con quella vecchina e scoprii che sapeva riconoscere quasi ogni filo d'erba che le cresceva intorno e che di ognuno poteva dire se era buon per la tavola o solo per pulir le scarpe!
 Mi raccontò di come in montagna la vita è sempre stata dura e la povera gente aveva da sempre dovuto imparare a cavarsela, soprattutto durante i lunghi mesi invernali. In pochi minuti mi ritrovai seduto, con taccuino e penna alla mano, a prender nota della ricetta incredibile che segue.


INGREDIENTI                            

Garusli
Bourgoletti
Olio evo
Vino rosso

PREPARAZIONE

Cuocere i garusli in acqua finchè sono teneri, poi farli asciugare su un panno pulito.
Quindi friggerli in olio e poi aggiungere un po’ di sale. Sono ottimi con la polenta.

A parte, cuocere i bourgoletti in acqua un poco salata per almeno un’ora, e finchè sono teneri. Servirli ancora caldi, in una scodella con del vino rosso.

Curiosità: I garusli sono bucce di rape fatte seccare al sole.
I bourgoletti sono castagne secche, fatte seccare e conservate per l’inverno secondo l’uso della gente di montagna.


sabato 16 gennaio 2016


Benvenuti

Benvenuti nel mondo del Maresciallo Uccellatore.

Un mondo di genti di  razze, colore, lingue diverse, che vivono in pace.
Dove gli animali sono rispettati e amici dell’uomo.
Dove si vive in armonia con la natura e con tutti gli esseri viventi.
Un’utopia, forse. Ma una casa si costruisce partendo da un mattone.
E per arrivare in cima a una montagna occorre fare piccoli passi, uno dopo l’altro…

E allora, in cammino!